Biography
Eleonora Rossi e Marco Casolanetti sono i giovanissimi proprietari di Oasi degli Angeli di Cupra Marittima (Ap). Fin dagli esordi hanno fatto incetta di premi e riconoscimenti. Non stupisca questa considerazione. La straordinaria attenzione da parte della critica enologica ha un motivo. Pur non vantando nè tradizioni eroiche, nè molte vendemmie alle spalle, hanno perseguito una singolare, quanto sapiente, filosofia produttiva: un solo vino, il Kurni, ottenuto da uve montepulciano provenienti da vigneti ultraquarantennali allevati a gobelet e gestiti seguendo scrupolosamente il metodo biodinamico; da record la densità per ettaro che si attesta tra le 10mila e le 15mila piante, così come le rese che si fermano a meno di 250 grammi per ceppo. Insomma, il loro é un rosso assolutamente unico per potenza e concentrazione naturale, in grado di sostenere con nonchalance il duplice confronto con il legno senza rimanerne dominato. Infatti dopo una lunghissima macerazione e fermentazione in acciaio (40 giorni) viene travasato in barrique nuove di rovere francese dove sosta per nove mesi, per poi essere nuovamente travasato in un altro “set” di barrique nuove per ulteriori nove mesi. Pochissime le bottiglie prodotte: poco meno di 6mila. E il valore di questo vino si esprime senza esitazioni alla degustazione. Una volta nel bicchiere ha impenetrabile colore rubino, con note che ricordano la melanzana, viola intenso, con una concentrazione opulenta e impressionante. Al naso si propone irruento, esplosivo, con profumi di formidabile intensità di marasche sotto spirito e di more, frutti di bosco, con un progressivo susseguirsi di sensazioni, che portano anche sentori di sottobosco, note di tabacco, moka e cuoio. Il naso, piacevolmente in continua evoluzione, é davvero un’esperienza emozionante. Al palato, é ricco, denso, strutturato, con formidabile equilibrio tra tannini e acidità, una straripante pienezza, un sorso sapido e vigoroso, con un finale persistente e infinito, che regala ancora sensazioni di caffé, frutti di bosco, cuoio. Questo vino per temperamento e carattere, per l’imponenza gustativa, per la sua eccezionalità, può rientrare senza difficoltà tra quei vini che Gino Veronelli definiva da meditazione. Da bere in perfetta solitudine. In tavola, tuttavia, bene si abbina a secondi a base di cacciagione e selvaggina, formaggi stagionati.