Biography
Il vino più denso di significato prodotto dalle Ragose é l’Amarone Marta Galli: porta il nome della fondatrice dell’azienda perchè é un vino fuori del comune come fuori del comune era lei. Erano stati proprio i 31 ettari delle Ragose, acquistati nel 1969 sulle colline della Valpolicella storica, in comune di Negrar, che avevano cambiato la vita di Marta Bortoletto. Sposatasi giovanissima (aveva 18 anni) con l’enologo Arnaldo Galli, fino ad allora era stata una casalinga che aveva cresciuto quattro figli: Sandra, Marina, Paolo e Marco. La tenuta era stata acquistata per trascorrervi i week-end, ma era un peccato lasciare che i suoi preziosi vigneti, abbandonati da otto anni, si trasformassero in gerbido. Cosicchè, mentre coltivavano l’unica vigna rimasta in produzione, Le Sassine, di 2,5 ettari, i Galli cominciarono l’opera di recupero dei terreni vitati. Di conseguenza si posero l’obiettivo di ricavarne vino, e di commercializzarlo. E Marta Galli si trovò sulle spalle la conduzione di un’azienda agricola: suo marito, é vero, si occupava della cantina, ma a tutto il resto doveva pensarci lei, che fu costretta a inventarsi imprenditrice. A favorirla fu l’interesse della stampa: era una delle primissime donne del vino in Italia, e aveva scelto, d’accordo con il marito, di impegnarsi a privilegiare la qualità e non la quantità. I Galli hanno sempre tenuto fede a questo impegno, vinificando esclusivamente le uve dei propri vigneti. E se avevano nella loro gamma un Cabernet Sauvignon, che testimoniava l’apertura a nuove esperienze, erano anche tra i pochi che avevano conservato nei propri filari i vitigni autoctoni minori della Valpolicella: pelara e forselina, dindarella e negrara, cagnara e tirodola, oseleta, rossara, rossignola. Le Ragose é oggi un’azienda con quasi 20 ettari di vigneto, e produce circa 150mila bottiglie all’anno. A occuparsene é la seconda generazione: Paolo, che ha una laurea in economia, ha sostituito la mamma nella gestione, mentre Marco, laureatosi in agraria con una tesi enologica, si é assunto i compiti che svolgeva il papà in cantina. Sono loro che hanno affiancato al tradizionale Amarone Le Ragose l’inedito Amarone Marta Galli, in cui hanno riversato il frutto delle loro ricerche. Fedeli alla tradizione, non hanno abbandonato l’allevamento a pergola delle viti nè le grandi botti di Slavonia in cantina, ma sono pronti ad adottare nuovi accorgimenti colturali e tecnologie avanzate, ma solo sulla base di sperimentazioni. A un solo principio intendono restare fedeli: “La qualità di un vino é un concetto inscindibile dal luogo d’origine delle uve e dalle persone che lo producono”.