Rivera
RiveraBiography
Erano i primi anni del 1900 quando Giuseppe de Corato decise di acquistare la vasta tenuta denominata Rivera in agro di Andria, una delle aree più vocate della Puglia settentrionale per la viticoltura. La vite vi é infatti coltivata fin dai tempi della Magna Grecia e secoli di selezione hanno permesso di farvi emergere vitigni autoctoni di grande potenzialità enologica, primo fra tutti il nero di Troia. Ma de Corato non era spinto solo da questo: la terra di Andria possiede un fascino che non é soltanto agricolo, tant’é che agli inizi del XIII secolo aveva stregato perfino l’imperatore del Sacro Romano Impero, Federico II di Svevia, soprannominato proprio per questo Puer Apuliae: si deve a lui la costruzione di Castel del Monte, il misterioso maniero in pietra bionda a pianta ottagonale che l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell’umanità e che marchia, con la sua enigmatica presenza, proprio quel territorio. Dove, negli anni 50 del 1900, il figlio di Giuseppe de Corato, Sebastiano, fondò l’azienda vinicola Rivera nella tenuta acquistata dal nonno: rinnovò i vigneti, ristrutturò la vecchia cantina e realizzò un impianto di imbottigliamento. Il successo di quella operazione fece della Rivera il punto di riferimento più importante dell’enologia nella Puglia settentrionale. E proprio per questo l’azienda avviò negli anni successivi, quando Sebastiano de Corato fu affiancato dal figlio Carlo, una innovazione che contribuì a sprovincializzare la vitivinicoltura della regione: introdusse nei suoi vigneti nobili varietà provenienti da altre zone, come il sauvignon e lo chardonnay. Lungo e paziente fu il lavoro per verificare l’adattabilità di quei vitigni alle condizioni pedoclimatiche della zona, ma ebbe l’effetto d’arricchire la piattaforma ampelografica della regione. Oggi, però, la Rivera punta alla valorizzazione dei vitigni autoctoni, e a questo scopo sta rilanciando il nero di Troia, una varietà troppo a lungo sottovalutata. I vini più rappresentativi a cui essa dà vita sono due rossi, entrambi espressione della Doc Castel del Monte: Il Falcone rappresenta la storia aziendale, essendo una Riserva prodotta sin dal 1950, e nasce perciò dall’assemblaggio del nero di Troia con il montepulciano, come voleva allora la tradizione locale, mentre il Puer Apuliae, vino relativamente giovane, nato con la vendemmia 2000, é il primo a base di nero di Troia in purezza che abbia raggiunto standard qualitativi di alto livello. E’ con vini di questo tipo, ricavati dai 95 ettari di proprietà, che Carlo de Corato, confortato dall’ingresso in azienda di suo figlio Sebastiano, si appresta ad affrontare, con il Terzo millennio, la globalizzazione dei mercati.
Rocche dei Manzoni
Rocche dei ManzoniBiography
“Se ti piace il vino, comprati una vigna”, diceva un vecchio adagio. E Valentino Migliorini, che nel 1974 faceva il ristoratore a Caorso (aveva una stella Michelin), spinto dalla passione che nutre per il Barolo si comprò una vecchia cascina del 1700 sulle colline di Monforte, in località Manzoni Soprani, circondata da un vigneto in eccellente posizione. Quel vigneto ha cambiato la sua vita. Con la moglie Iolanda si é trasferito a Monforte e vi ha creato un’azienda con 50 ettari vitati di proprietà, impiantati con una densità di 4.500 ceppi per ettaro, una modernissima cantina dotata di tecnologie avanzate, botti tradizionali e migliaia di barriques. La capacità produttiva del Podere Rocche dei Manzoni é oggi di 250mila bottiglie all’anno, ma l’orgoglio dell’azienda non sta nelle attrezzature di cantina, sono invece i cinque cru da cui Migliorini ricava, esclusivamente nelle grandi annate, i suoi Barolo più prestigiosi: la Vigna d’la Roul, intorno alla cantina, lo storico cru della Cappella di Santo Stefano a Perno, il podere Madonna Assunta La Villa a Castelletto, il Ciabot d’August in località Ginestra, Pianpolvere Soprano. Il fatto che tutte le vigne si trovino nello stesso comune di Monforte d’Alba é frutto di una scelta niente affatto casuale; essendo profondamente convinto della sconfinata potenzialità di questo territorio, Migliorini ha da sempre voluto che i suoi vini fossero la massima espressione della territorialità di provenienza. Oltre al Barolo, nei primi anni di attività si era limitato a produrre gli altri vini tradizionali delle Langhe, Dolcetto e Barbera d’Alba, ma poi, con spirito innovatore, cominciò l’era delle sperimentazioni: il primo assemblaggio di Nebbiolo e Barbera della zona fu il Bricco Manzoni, nato nella sua cantina nel 1976. Nel 1978 é la volta del Valentino Brut Riserva Elena, spumante metodo classico da chardonnay e pinot nero, mentre entravano in cantina le prime barrique, che successivamente avrebbero segnato la personalità dei vini dell’azienda, tutti vinificati nelle piccole botti a partire dal 1982. Quale personalità assumano lo Chardonnay e il Pinot Noir a Monforte, Migliorini lo ha provato nel 1988 con l’Angelica e nell’89 con il Pinònero, cosa salti fuori dalla miscela di Nebbiolo, Cabernet sauvignon, Merlot e Pinot Noir lo ha scoperto nel 1996 con il Quatr Nas, e nel 1993 ha perfino dimostrato con il Remember ch’é possibile fare nelle Langhe un vino dolce da miuffa nobile a base di sauvignon e semillon. Garantiscono la qualità potature corte, diradamento dei grappoli, rese di 60 quintali d’uva per ettaro.
Scacciadiavoli
ScacciadiavoliBiography
Scacciadiavoli é una delle più antiche aziende del territorio Montefalco. Il nome, Scacciadiavoli, deriva dal nome di un antico borgo, che sorge in prossimità dell’azienda, in cui viveva un esorcista (Scacciadiavoli). Risale alla metà del XX secolo, l’acquisizione della proprietà dell’azienda da parte di Amilcare Pambuffetti, nonno di Amilcare Junior, Francesco e Carlo, gli attuali proprietari. La cantina, costruita nella seconda metà dell’800 e recentemente restaurata, é razionale e dotata di moderni impianti e rappresenta uno dei rari esempi di architettura agroindustriale di fine Ottocento. La dimensione aziendale é di 130 ettari di superficie, di cui 35 ettari sono a vigneto, con una produzione di circa 200 mila bottiglie che si attesteranno sulle 250 mila quando tutti i vigneti saranno in produzione. La riconversione e lo sviluppo della superficie viticola, completata di recente, vede oggi vigneti di circa 5 mila ceppi per ettaro, una scelta che dice della volontà e della sapienza con cui, qui, gli obiettivi della qualità e dell’eccellenza delle produzioni vengono perseguiti. “Sola Fides”, il motto che campeggia sul frontale della cantina e che fa bella mostra di sè sull’etichetta, e che bene sintetizza la filosofia aziendale. E’ il sentimento che caratterizza la civiltà contadina, e che dice della volontà di far bene. E’ la convinzione che la terra premierà il lavoro quotidiano con prodotti di grande personalità e qualità. E’ la fiducia che Scacciadiavoli ripone nel territorio di Montefalco. I vini prodotti sono quelli tipici della zona: Montefalco Rosso Doc e Grechetto Umbria Igt. Oltre ai due vini fuoriclasse della cantina: il Montefalco Sagrantino Docg, che nella versione secco fa 15 mesi in barrique di rovere francese, sei mesi in acciaio, e nove mesi in bottiglia, e che una volta nel bicchiere ha profumo intenso di frutta rossa, con note di mirtilli e more, sorso pieno, caldo, con tannini e acidità ben equilibrati, lunga persistenza, retrogusto corrispondente. Un rosso che si sposa a carni rosse, cacciagione e formaggi di media stagionatura. E il Montefalco Sagrantino Docg passito, figlio di uve sagrantino 100% che subiscono appassimento su graticci e che vengono vinificate nel dicembre o gennaio successivi alla vendemmia. Un vino che alla degustazione si presenta di colore rosso rubino fitto, con un naso suggestivo a motivo dei suoi eleganti profumi di mora, frutti di bosco, e caffé e che in bocca é dolce, morbido, con sorso per nulla stucchevole. Da meditazione.
Scubla
ScublaBiography
L’azienda agricola di Roberto Scubla é nata nel 1991 a Ipplis di Premariacco, nella zona Doc dei Colli Orientali del Friuli. Ad alcune vecchie vigne già esistenti il fondatore ha deciso di affiancarne altre di nuovo impianto, raggiungendo in tal modo una superficie vitata complessiva di 12 ettari. Le vigne si trovano tutte sui fianchi di una dolce collina completamente soleggiata, nella zona meridionale dei Colli Orientali del Friuli, luogo d’elezione per vini dalle straordinarie armonie di aromi. Ma é il terreno, insieme alle tecnologie e alla sapiente mano dell’uomo, che domina questa zona e il suo vino. Costituita pressochè integralmente da una marna detta “ponca”, che si sgretola sotto l’azione di sole e pioggia, questa terra é ricchissima di microelementi e sali. Grazie a essa, i vini possono esprimere tutto ciò che racchiudono in sé, riuscendo veramente tipici, ricchi di profumo e di corpo. La produzione estremamente limitata, mai superiore alle 60mila bottiglie, consente una cura molto attenta di tutte le fasi della raccolta e della vinificazione; in tal modo é stato raggiunto l’obiettivo di offrire al pubblico prodotti di indiscutibile qualità anche tra i vini base di gamma, curati con la stessa dedizione riservata alle etichette di maggior prestigio. I vini di maggior fama di Scubla sono tre, un rosso e due bianchi, tutti di fortissima personalità. Il Cof Rosso Scuro, assemblaggio di merlot e cabernet sauvignon, dal colore rubino intenso, dal profumo di frutti rossi e spezie, dal corpo pieno e ampio che si propone persistente e vellutato. Da accompagnare a carni nobili, selvaggina e cacciagione. Il Bianco Pomedes Doc Colli Orientali del Friuli, uvaggio a prevalenza di pinot bianco con tocai friulano e riesling renano, fermentato e affinato in barrique, é un vino complesso e aromatico, prodotto in sole 4mila bottiglie. Giallo paglierino intenso con riflessi oro, ha bouquet ampio, note fruttate e aromatiche, sorso di buona sapidità e struttura. Da abbinare a preparazioni di pesce. Il Verduzzo Friulano Cratis Doc, forse il vino più particolare dell’azienda, per ottenere il quale le uve vengono esposte su graticci fino a raggiungerne l’appassimento e poi pressate e fatte fermentare in barrique di rovere francese. Nel bicchiere é un vino dal colore ambrato, dolce e concentrato con sentori di albicocche secche, fichi, frutta secca e agrumi, dal sorso suadente e invitante, di lunghissima persistenza. Si abbina a formaggi erborinati, anche se é vino ideale da meditazione.
Sergio Mottura
Sergio MotturaBiography
La Tenuta Mottura, di proprietà dell’omonima famiglia dal 1933, si estende su 130 ettari in un territorio ricco di risorse naturali tra le colline e i calanchi argillosi di Civitella d’Agliano e la pianura umbra bagnata dal Tevere, non lontano da Orvieto. La particolare vocazione vinicola di questi colli era nota sin dal 1292, quando sui registri del catasto di Orvieto la zona in questione veniva definita fra le più elette per la produzione del vino che prende il nome dall’antica città umbra. Negli anni Sessanta iniziò il processo di trasformazione e modernizzazione dell’azienda; dalla conduzione a mezzadria si passò a quella diretta, intensificando la ricerca per un utilizzo ottimale dei terreni coltivabili con vitigni in grado di regalare prodotti di grande qualità. In tale ottica gli obiettivi furono da subito valorizzare innanzitutto le varietà locali, tra cui in special modo il grechetto, e promuovere la coltivazione biologica (che ora l’azienda pratica da ben 14 anni). Oltre al grechetto, del quale sono stati individuati e selezionati in azienda ben tre diversi cloni con profumi ricchi, inebrianti, lunghi e corpo vigoroso e avvolgente, tra le varietà coltivate anche il procanico, con grappolo spargolo, molto resistente alle muffe, di colore rosso oro di limitata produttività e buona personalità; il verdello, con grappolo compatto di cupo color verde, ottima acidità e aromi fini ed eleganti; il drupeggio, dal profumo floreale e corpo vellutato, lo chardonnay, base dello spumante metodo classico, merlot, montepulciano d’Abruzzo e pinot nero, rossi che spesso trovano qui le condizioni ideali per grandi vini. Ed é proprio con i vini prodotti con tali varietà che sono stati raggiunti i più alti riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. In particolare, i due Cru di maggior prestigio, entrambi ottenuti da uve grechetto al 100%, sono il Latour a Civitella, dal colore giallo dorato, dall’impatto olfattivo elegante, complesso, con sentori di frutta bianca, agrumi, burro fuso e nocciole, e dal sorso decisamente di corpo, morbido, e piacevolmente fresco con finale persistente di frutta e vaniglia. E il Poggio della Costa, dall’impatto aromatico molto gradevole, ampio e fruttato, con una perfetta corrispondenza naso-palato, e gusto caldo, fresco e persistente, finale lungo e lievemente tannico.
Spadafora
SpadaforaBiography
L’Azienda agricola Spadafora dei Principi di Spadafora é di proprietà della famiglia stessa da più generazioni. Fondatore dell’azienda agricola é stato don Pietro dei Principi di Spadafora, che l’aveva ereditata dallo zio Michele De Stefani, agricoltore e allevatore di cavalli da corsa. Le origini della famiglia risalgono al XIII secolo. La tenuta subì parecchi danni durante il terremoto del 1968, ma don Pietro si impegnò sia nella ricostruzione sia nella riqualificazione dell’azienda, rivalutando i vigneti autoctoni e portando in Sicilia vigneti alloctoni destinati alla nascita di vini di qualità. L’attuale proprietario é Francesco Spadafora, figlio di don Pietro, che si occupa della coltivazione delle proprie uve su circa 100 ettari. La commercializzazione del vino in bottiglia comincia nel 1993, quando Francesco Spadafora, subentrato alla guida dell’azienda, pensa di iniziare a trasformare direttamente le uve e si propone al mercato con etichette proprie. Situata nel comune di Monreale, la proprietà si sviluppa per 180 ettari di cui 95 coltivati a vigneto e attualmente produce circa 300mila bottiglie all’anno di vini di ottimo rapporto qualità-prezzo, suddivisi tra Igt Sicilia e Doc Monreale. La filosofia della Casa Spadafora prevede di non avvalersi in nessun caso di materie prime esterne alla produzione dell’azienda. All’interno di essa si svolgono infatti tutti i passaggi della filiera produttiva, ponendo il massimo dell’attenzione su una prospettiva di alta qualità perseguita introducendo moderni criteri di coltivazione delle uve e di vinificazione in cantina. Il frutto di tali rigorose scelte imprenditoriali non ha tardato a palesarsi nella realizzazione di vini di grande prestigio. Oggi Spadafora produce uno dei migliori Syrah italiani, il Sole dei Padri, coltivato sulle colline più alte della tenuta, esposte a nord-nord-ovest. � un vino con concentrazione e maturità di forte personalità che suggerisce di attendere anni per poterlo apprezzare in tutte le sue sfumature. Rosso rubino fitto, ha profumi molto eleganti e persistenti, con note di piccoli frutti rossi e neri maturi, mirtillo e mora, vaniglia e tabacco. Di grande struttura e morbidezza, al palato é ricco e ampio, profondo, setoso, con una progressione gustativa formidabile, un’armonica convivenza tra tannini dolci e freschezza. Lungo il finale. In tavola si abbina a carni rosse e formaggi piccanti e saporiti.
Tedeschi
TedeschiBiography
Tedeschi é uno dei nomi storici della Valpolicella Classica. Alcuni documenti rinvenuti recentemente nell’archivio di famiglia attestano che il primo acquisto di vigneti risale addirittura al 1630. Oggi l’azienda, situata a Pedemonte, é condotta da Renzo Tedeschi con i figli Antonietta, Sabrina e Riccardo, che insieme continuano l’opera di esaltazione del terroir iniziata dai loro avi quattro secoli or sono, producendo vini di personalità inconfondibile, a cavallo fra tradizione e modernità. Da sempre l’obiettivo della famiglia Tedeschi é di ottenere vini con corpo, profumi e struttura, armonici ed eleganti. La filosofia aziendale si fonda da un lato su una continua innovazione a favore della qualità, dall’altro sul rispetto assoluto per la tradizione. In quest’ottica, le novità degli ultimi anni. Nell’aprile 2006 i Tedeschi hanno acquistato 84 nuovi ettari di terreno (proprietà Maternigo) situati all’interno della zona a Doc Valpolicella, tra i comuni di Tregnago e di Mezzane di Sotto. E’ stato approvato il progetto per l’impianto di 30 ettari di vigneto. E’ già in fase di impianto avanzato il vigneto Le Pontare, situato nel comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella, a pochi chilometri dalla sede dell’azienda: 5 ettari sono già stati messi a dimora, mentre i rimanenti saranno impiantati nel 2008. E’ stato ultimato a luglio 2007 il nuovo centro di appassimento a Pedemonte, che ha una capacità di 3.500 quintali di uva. Ed é stato ultimato a settembre 2006 il trasferimento con il rinnovo della zona di vinificazione, che é stata ampliata. La zona adibita in passato alla vinificazione é stata ristrutturata e trasformata in bottaia, che ospita 47 nuovi botti della capacità variabile da mille a 5 mila litri, tutte in rovere di Slavonia, per una capacità totale di 94 mila litri, che vanno ad aggiungersi alle botti già presenti in azienda e rinnovate negli ultimi dieci anni. Per quanto riguarda i vini, le varietà valorizzate sono le autoctone corvina, corvinone, rondinella, oseleta, senza dimenticare molinara, dindarella e negrara. Tre le linee, ovvero “Fabriseria”, che annovera vini prodotti in quantità limitate e solo in speciali annate, “Capitel” tra cui figurano i cru storici, e “I classici”, dall’ottimo rapporto qualità-prezzo. La bandiera della cantina é il pluripremiato Amarone della Valpolicella Classico Monte Olmi. Rosso rubino intenso, ha naso emozionante con note di ciliegia, lampone e ribes, sorso elegante, struttura imponente, persistenza. Da selvaggina e formaggi.
Tenuta Sette Ponti
Tenuta Sette PontiBiography
Alberto Moretti, imprenditore di successo nel settore della moda, é riuscito nell’impresa di portare alla ribalta della critica enologica mondiale la provincia di Arezzo. Prima di lui, Arezzo era considerata un po’ la “cenerentola” dell’enologia Toscana. Moretti é stato una sorta di “levatrice” che ha saputo estrinsecare le potenzialità del territorio, facendo nascere vini di grande pregio, di levatura internazionale. Il campione dei vini della tenuta Setteponti é l’Oreno, un vino di stile internazionale, un uvaggio bordolese, cioé a base di uve cabernet e merlot, lungamente affinato in piccole botti di rovere: é un vino elegante di straordinaria finezza, che nulla ha da invidiare ai migliori château del Bordolese. L’altro grande vino é il Crognolo, che invece é toscano a tutto tondo, essendo prodotto con il sangiovese, tradizionalissimo vitigno, tipico vitigno regionale, con piccole aggiunte di merlot. Un vino di carattere, integro e di raro fascino. Molto interessante anche il Chianti Vigna del Pallino (il nome di un’antica vigna rinnovata recentemente), un vino immediato e molto piacevole, che non é affinato in legno. Questi vini nascono nel circondario di Castiglione Fibocchi, nella Valdarno, nei paesaggi che sono stati raffigurati nelle opere di Leonardo da Vinci. La tenuta si chiama così perchè in questo tratto del fiume Arno ci sono appunto sette ponti che uniscono le sue sponde. In origine era una proprietà dei principi Savoia – Aosta che a loro volta l’avevano avuta da Leopoldo d’Asburgo (furono loro a piantare la prima Vigna del Pallino). Negli anni Cinquanta Alberto Moretti, il padre dell’attuale proprietario, acquistò un primo appezzamento di terreno di 50 ettari di vigneto che comprendeva anche la Vigna dell’Impero, vigna piantata dai Savoia Aosta nel lontano 1935. Con acquisizioni successive la famiglia Moretti ha messo insieme una proprietà di circa 330 ettari, molti dei quali boschi e riserve di caccia, di cui una cinquantina dedicati a vigneto specializzato, con un’elevata fittezza di ceppi per ettaro (circa 7mila).
Tenute dei Vallarino
Tenute dei VallarinoBiography
L’azienda, nata nel 2002, ha però radici molto antiche.
Il fondatore nel 1850 della Fratelli Gancia, Carlo Gancia, storico pioniere dello spumante italiano, era nato a Narzole ed aveva profondi legami con il mondo del vino del Monferrato e delle Langhe. In quest’ultima zona, anzi, la famiglia aveva sempre posseduto vigneti, tanto da dare il nome di borgata Gancia a una frazione di La Morra.
Nella prima metà del secolo scorso Camillo Gancia aveva acquistato l’azienda vinicola Mirafiore, a Santa Vittoria d’Alba, dal conte Gastone di Mirafiori, nipote del re Vittorio Emanuele II di Savoia.
E’ stato quindi per il gruppo Gancia un ritorno alle radici la creazione delle Tenute dei Vallarino, azienda agricola fortemente voluta per stringere sempre più il legame con il proprio territorio mediante la produzione di grandi vini piemontesi. I due obbiettivi che hanno guidato l’investimento sono stati da un lato il più stretto rispetto degli stringenti requisiti qualitativi che la azienda si è sempre posta e dall’altro la valorizzazione, mediante coltivazione di terreni vocati alla produzione di grandi vini, dei vitigni autoctoni della regione. Volontà ribadita con la partecipazione al progetto di studio per la valorizzazione di un vitigno, l’albarossa, ottenuto dall’incrocio di barbera e nebbiolo. I vitigni sono in prevalenza rossi da uve autoctone di barbera e nebbiolo, ma non mancano varietà internazionali, cabernet sauvignon, merlot, syrah.
Interessanti, per motivi diversi, i due bianchi: uno, asciutto, ricavato da una varietà d’uva pressoché sconosciuta, il bussanello, l’altro, invece, aromatico, un Moscato d’Asti. Il vino più ambizioso e di maggior spessore é però il Barbera d’Asti Doc Superiore “Nizza” Bricco Asinari: un rosso di gran corpo e struttura, particolarmente elegante ed equilibrato, da cui la azienda ha tratto le maggiori soddisfazioni.”
Tenute Guicciardini Strozzi
Tenute Guicciardini StrozziBiography
Oltre mille anni di storia: il più antico documento che testimonia l’esistenza di Cusona risale all’anno 994. La proprietà di Cusona si erge di fronte alla celebre città medievale di San Gimignano. Gli illustri personaggi delle famiglie Strozzi e Guicciardini hanno segnato la storia non solo della Toscana, ma anche dell’Italia e dell’Europa. Francesco Guicciardini, per il quale Niccolò Macchiavelli lavorò come segretario, fu uomo politico di spicco, governatore dello Stato pontificio, nonché filosofo e storico. Gli Strozzi, potenti banchieri, uomini di Stato e condottieri, furono i maggiori rivali dei Medici. Si deve al grande Filippo Strozzi la costruzione del magnifico Palazzo Strozzi a Firenze. Piero Strozzi fu Maresciallo di Francia e comandante delle armate francesi; il suo busto figura nella Galleria delle battaglie del Castello di Versailles. Nel XVII secolo, i discendenti della famiglia Strozzi Guicciardini si unirono in matrimonio a Londra con i Marlborough, la famiglia di Sir Winston Churchill. Tra gli antenati illustri merita di essere ricordata anche Lisa Gherardini del Giocondo, ossia La Gioconda o Monna Lisa, immortalata nel più celebre quadro di Leonardo da Vinci; gli attuali membri della famiglia ne rappresentano la quindicesima generazione di discendenza. Nei primi del novecento Francesco Guicciardini, legato in matrimonio a Luisa Strozzi, sindaco di Firenze, Ministro dell’agricoltura e degli affari esteri, fa di Cusona un’azienda modello, all’avanguardia e di rilievo nazionale. Negli anni Settanta il Principe Girolamo Strozzi inizia la commercializzazione dei vini nel mondo, che tuttora conduce insieme alla moglie Irina e alle due figlie Natalia e Irina jr. Nel 1999 dà anche avvio all’espansione dell’attività vitivinicola nella Maremma toscana (Bolgheri, Scansano, Montemassi) e a Pantelleria. Nelle Tenute Guicciardini Strozzi vengono prodotte diverse tipologie di vini. Tra le etichette di maggior prestigio la Vernaccia di San Gimignano, già prodotta per la prima volta nella Tenuta nel 1200 e declamata da Dante, Michelangelo, Boccaccio, nonchè bevuta alla Corte dei Medici che la inviavano al Papa; lo spumante e le grappe di uve Vernaccia. Tra i rossi storici il Sòdole e il Millanni, nato per celebrare i 1000 anni della Tenuta.
Tenute San Fabiano Conti Borghini Baldovinetti de Bacci
Tenute San Fabiano Conti Borghini Baldovinetti de BacciBiography
La storica tenuta di San Fabiano di proprietà dei Conti Borghini Baldovinetti de’ Bacci si trova a pochi chilometri dalla cerchia delle antiche mura di Arezzo, sulle colline circostanti la città. Il primo documento che prova l’esistenza di vigneti sulla proprietà risale al 1416: si tratta della vendita di un vigneto da parte di Baccio de’ Bacci per finanziare i decori della Cappella di Famiglia nella chiesa di San Francesco ad Arezzo, ad opera di Piero della Francesca. L’azienda agricola é nata nel dopoguerra come realtà vitivinicola, e si é poi sviluppata negli anni 60 con l’imbottigliamento e la distribuzione. Oggi si estende su una superficie di 850 ettari di cui 200 a vigneto, su terreni prevalentemente galestrosi e di medio impasto. I Tenimenti dei Conti Borghini Baldovinetti de’ Bacci si dividono in tre tenute: San Fabiano si trova a pochi chilometri da Arezzo, dove é collocato il centro aziendale; Campriano ubicata tra il Casentino e il Valdarno, da dove provengono le uve per i Cru principali; Poggio Uliveto a Montepulciano con cantina tecnologicamente avanzata, costruita nel 2001, che si estende su 30 ettari con una splendida esposizione e che produce un ottimo vino nobile. Tra i vini dell’azienda, il Chianti di San Fabiano. Con la raccolta esclusivamente manuale vengono raccolte le migliori uve, sangiovese, canaiolo, ciliegiolo e malvasia toscana. L’uva viene sistemata in casse per essere, in breve tempo, trasportata in Fattoria. La vinificazione rispetta rigorosamente la tradizione e il disciplinare del Chianti: inizia con la fermentazione dell’uva, diraspata e pigiata in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata (28 deg;), prosegue con rimontaggi periodici giornalieri per vari giorni. Nel bicchiere ha colore rosso rubino intenso, profumi di frutta rossa con note spezziate; sapore intenso e piacevolmente fresco. Si accompagna a carni bianche, arrosti di carne, formaggi leggermente piccanti e a pasta molle e formaggi caprini. Fiore all’occhiello della produzione, il Vinsanto I Cannicci del Conte. Raccolta manuale delle uve. Ulteriore appassimento, per favorire la concentrazione di zuccheri e aromi. Pigiatura pochi giorni prima di Natale. Fermentazione in caratelli. Affinamento in piccoli caratelli di legno per almeno quattro anni. In degustazione si presenta di colore giallo ambrato, profumo di uva passa con note di miele e uva secca, finale con sentori di frutta candita. Da meditazione.
Tramin
TraminBiography
Termeno (in tedesco Tramin) é un paese della Bassa atesina, area vitivinicola a sud di Bolzano, famoso in tutto il modo per essere la patria del Gewürztraminer, vitigno dal caratteristico aroma che impropriamente in italiano traduciamo in “Traminer aromatico”, mentre sarebbe più gusto dire “Traminer speziato”, per via del suo intenso sentore di chiodi di garofano. Qui i Retii producevano vino già molti secoli prima dell’arrivo dei Romani che colonizzarono queste terre. All’epoca dell’Impero Austroungarico, nel 1898 Christian Schrott, parroco del paese e deputato al Parlamento austriaco, fondò una delle prime “Kellereigenossenshaft” (cantine sociali del Südtirol). Oggi 110 anni dopo la Cantina Produttori di Termeno é divenuta una delle più importanti realtà nell’economia vinicola altoatesina formata da 280 viticoltori associati i quali coltivano più di 230 ettari di vigneto nel circondario di Termeno. La filosofia produttiva dell’azienda é quella di mantenere e valorizzare il patrimonio vitivinicolo della zona, cercando di mantenere un armonico equilibrio con l’ambiente, tanto che buona parte dei vigneti sono coltivati con sistemi naturali e biologici. La produzione della cantina é articolata in varie linee di prodotto con gradienti di qualità crescenti. Nelle selezioni di prestigio vengono valorizzati i singoli vitigni e cru: la morbida schiava del vigneto Freisinger, il fruttato pinot grigio di Unterebner, il sauvignon vegetale di Sotan, il fragrante pinot bianco del vigneto Stoan o il poderoso lagrein dunkel del bellissimo vigneto Urban. Ma certamente la specialità enoica della Produttori Termeno é il tradizionale Gewürztraminer che si produce in diverse versione, nelle quali la particolarità aromatica del vitigno viene modulata in modi diversi a seconda dell’origine. Il Gewürztraminer Roan é il frutto di una vendemmia tardiva dalla quale nasce un vino, affinato in legno, dall’intenso colore paglierino, dal netto e marcato profumo fruttato (agrumi e frutta tropicale) che si mescola con un sentore di spezie e miele. Nussbaumer é una sorta di gran cru di Termeno, uno dei più antichi vigneti di Gewürztraminer del circondario sempre ritenuto uno dei migliori terroir per questo vitigno. Il vino ha un profumo molto intenso di frutta, frutta matura, rosa passita, spezie; al gusto si rivela un vino di rara intensità e pienezza, dalla incredibile persistenza aromatica. Al vertice della piramide si colloca il Gewürztraminer Terminum, un vino assoluto dalla spaventosa concentrazione aromatica, potente e avvolgente dove sentore di frutta e spezie formano un insieme esaltante, al gusto invece é dolce ma con molto carattere, di straordinaria suadenza.
Valle dell’Acate
Valle dell’AcateBiography
Valle dell’Acate é una delle realtà più intraprendenti del panorama enoico della Sicilia Sud orientale. Sorge in contrada Bidini, tra i colli della Valle del Dirillo, nel famoso triangolo di territorio tra Acate, Comiso e Vittoria. La cantina é stata fondata per iniziativa della famiglia Jacono, da sempre dedita alla viticoltura e alla produzione di vino sin da quando Vittoria era il centro siciliano più attivo nell’esportazione del vino destinato al mercato francese, alla fine del XIX secolo. Oggi l’azienda é gestita da Gaetana Jacono, rappresentante della sesta generazione. Con lo stesso amore che legava i suoi avi alla vite e con una spiccata sensibilità imprenditoriale, Gaetana si é dedicata alla produzione di vini Doc e Igt di Sicilia. Una produzione che ha riscosso grande successo, anche sui mercati internazionali. La tenuta dell’azienda si estende per 100 ettari e gran parte di essa, dal 2001 a oggi, é stata reimpiantata con i vitigni principi della zona e vitigni internazionali. Qui il terreno, chiamato “Milaro”, si caratterizza per un particolare substrato formato da arenarie calcaree interfacciate da pacchetti di argilla, che consente alle viti di dare uve di qualità. Grazie alla natura del luogo, con l’impiego di impianti tecnologicamente avanzati, Valle dell’Acate produce una gamma di vini di elevato pregio. Interessanti l’Inzolia, floreale e agrumato, e Bidis, blend di chardonnay e insolia, che ha bouquet generoso, con sentori di agrumi, frutta esotica, vaniglia. Di grande personalità il Cerasuolo di Vittoria Docg, da uve nero d’Avola (60%) e frappato (40%), di colore rubino intenso, che al naso si propone con sentori di piccoli frutti, e in particolare di more e lamponi, cui seguono note di liquirizia e cacao, e che in bocca é morbido e vellutato. Da abbinare a carni rosse, arrosti e stufati di cacciagione. Interessanti il Frappato, dal fragrante profumo di lampone, da aperitivo, e il Moro, nero d’Avola in purezza, dal profumo di mirtillo e dal gusto pieno e molto caldo. Ideale con selvaggina. Di stoffa l’ultimo nato, Tanè, da uve nero d’Avola e syrah. Di grande complessità, ha colore rosso rubino fitto, impenetrabile, mentre al naso é ampio e intenso con profumo di piccoli frutti, note speziate, sentori di vaniglia e cacao. Di corpo e strutturato, al palato é ricco, concentrato, morbido, con retrogusto di frutti di bosco. Si abbina a formaggi come il ragusano Dop, la provola dei Nebrodi e il pecorino, o a carni rosse e selvaggina.
Velenosi
VelenosiBiography
L’Azienda vitivinicola Velenosi é nata nel 1984 per volontà di due giovanissimi imprenditori, Angela Piotti Velenosi ed Ercole Velenosi. Nel 2005 é entrato un nuovo socio, il dottor Paolo Garbini, e si é costituita la Velenosi Srl. Nonostante operi nel settore da solo un paio di decenni, l’azienda, in virtù della forte passione dei titolari e grazie all’importante consulenza del grande enologo Attilio Pagli, ha raggiunto standard qualitativi d’eccellenza. I fattori del successo, tecniche di produzione moderne, cantina di assoluto rispetto, un lavoro meticoloso e appassionato in vigna, utilizzo di attrezzature all’avanguardia. I vini che agli esordi han fatto conoscere l’azienda erano due Cru bianchi. Reve di Villa Angela Chardonnay, dal colore giallo oro, naso che ricorda la frutta tropicale, sorso di grande eleganza e buona struttura. E il Villa Angela Marche Chardonnay. Ma l’azienda ha investito anche sui vini rossi, in ragione di una grande fiducia verso le potenzialità del territorio e verso un vitigno in particolare, il montepulciano. Un vitigno che si sta imponendo all’attenzione dei consumatori più esigenti di tutto il mondo come uno dei più importanti, nel patrimonio italiano. Nelle produzioni Doc Rosso Piceno e Rosso Piceno Superiore, della Velenosi, il montepulciano é in uvaggio con il sangiovese ed altre piccole quote di varietà raccomandate o autorizzate. Nel Ludi, il rosso più importante e pluripremiato della maison, é invece in uvaggio con il cabernet sauvignon e merlot, impiantato nei nuovi impianti realizzati, seguendo le più moderne indicazioni tecniche, con una densità sensibilmente maggiore e con sesti più larghi. Botti in legno completamente nuove e di diverse dimensioni (barrique, tonneau) sono destinate alla fermentazione e all’affinamento del vino; affinamento che, per ottenere i risultati ottimali, non é inferiore ai due anni di permanenza in legno. Il risultato, dopo un ulteriore affinamento in bottiglia, é quello di un vino importante, di ottima concentrazione. Di colore rosso rubino intenso, Ludi ha profumi penetranti e persistenti di frutta matura, in particolare di ciliegia e mora, assieme a note di liquirizia e grafite, leggeri sentori balsamici di rosmarino e timo. In bocca é austero ed elegante, di forte impatto e di grande progressione gustativa, dal carattere fermo e deciso segnato da tannini finissimi, morbidi e rotondi. Tra i vini dell’azienda anche bollicine, con un pregevole Spumante Brut, da uve chardonnay e pinot nero, da tutto pasto.
Venica & Venica
Venica & VenicaBiography
Era il 6 febbraio 1930, quando Daniele Venica acquistava a Dolegna del Collio, il corpo centrale della cantina, la casa colonica con le vigne circostanti. Da allora, nel segno di un armonioso ricambio generazionale, sono trascor_si quasi ottant’anni. Una storia fatta di passione, sacrifici e successi, che si é sviluppata in un rapporto sinergico tra l’affascinante Collio e il continuo, incessante amore per le vigne e le sue uve, ed é arrivata fino ai protagonisti di oggi, Gianni, Giorgio e Giampaolo Venica, e la vitale e coinvolgente Ornella, vignaioli impegnati a far esaltare le proprie tradizioni, senza rinunciare a ricerca e innovazione: “Lo sforzo che stiamo facendo é diretto anche a capire e conoscere le caratteristiche dei numerosi microclimi presenti sulla nostra proprietà, al fine di comporre un mosaico delle diversità dei vari siti”. Qui, dove é anche attivo un agriturismo, con camere, piscina, sala convention, spazi di convivenza, un bosco, un luogo dove, oltre a riposare, si gusta fino in fondo il calore e l’ospitalità dei figli di questa terra, il protagonista era ed é soprattutto il vino. Oltre 35 gli ettari vitati. Tocai friulano, ribolla gialla, malvasia, sauvignon, pinot bianco, pinot grigio, chardonnay, traminer aromatico, merlot, refosco, cabernet franc, i vitigni utilizzati. Ronco delle Cime Collio Tocai Friulano, Collio Malvasia Doc, Collio bianco Prime Note, Collio bianco Tre Vignis, Collio Ribolla Gialla, Collio Sauvignon Ronco del Cero, Collio Sauvignon Ronco delle Mele, Bottaz Refosco del Peduncolo Rosso Venezia Giulia, i vini principali e di maggiore fascino. Nella ricca produzione, sono vere eccellenze, il Collio bianco Tre Vignis, dal colore giallo paglierino, dal bouquet ampio e ricco, reso particolarmente invitante dalle eleganti note di frutta tropicale e dai sentori speziati. La Malvasia, di colore giallo intenso e dal gusto equilibrato. Il rosso Refosco Bottaz, dal colore rubino brillante, rustico, caldo, di grande personalità, che bene si abbina al formaggio Montasio. E’ vera e propria bandiera della cantina il Collio Sauvignon Ronco delle Mele, superba interpretazione di sauvignon, che affascina con il suo colore giallo paglierino intenso, cristallino, i profumi raffinati di salvia, foglia di pomodoro, pesca, il sorso avvolgente, pieno, di sorprendente freschezza aromatica, la lunga persistenza. Fa matrimonio d’amore con primi piatti a base di verdure, prosciutto crudo, formaggi freschi, carni bianche, pesci e crostacei.
Villa Cerna
Villa CernaBiography
Un’azienda agricola dotata di vigneti a grande vocazione era il sogno accarezzato per tutta la vita da Cesare Cecchi, nonno degli attuali titolari, che nel 1925, alla scomparsa di suo padre, Luigi, aveva ereditato a Poggibonsi una redditizia attività di commercio vinicolo che aveva saputo estendere anche al di là delle frontiere. La morte prematura nel 1953 gli impedì di realizzare quel sogno. E’ toccato a suo figlio, che si chiamava Luigi come il nonno, di portare a compimento quel progetto ch’egli non aveva potuto realizzare. Ci riuscì nel 1962, quando acquisì la proprietà di Villa Cerna, un’azienda agricola di 120 ettari, di cui 77, i meglio esposti, sono oggi coltivati a vigneto specializzato, nel territorio di Castellina in Chianti. Villa Cerna é una delle più suggestive fattorie del Chianti Classico, lungo i declivi d’un colle sulla cui sommità sorge lo storico edificio che le ha dato il nome: residenza dei benedettini (nel 1001 era registrata fra le proprietà del monastero di San Salvatore dell’Isola) era in origine un edificio fortificato, trasformato durante il Rinascimento in una elegante villa. Per Luigi Cecchi, essa rappresentava il punto di svolta della sua produzione verso vini d’alto pregio. Difatti nel 1972, quando decise di edificare lo stabilimento in cui avrebbe trasferito quattro anni dopo l’azienda di famiglia, abbandonando la sede storica di Poggibonsi, lo fece costruire proprio a valle di Villa Cerna, sulla via Chiantigiana. Ed é stato lui a farne la sintesi fra la tradizione e l’applicazione delle più moderne tecnologie nella produzione vitivinicola. La particolare esposizione dei vigneti collinari, a un’altitudine media di 290 metri sul livello del mare, rende ottimale il ciclo produttivo della vite, favorito anche da un microclima asciutto e moderatamente ventilato. I vigneti sono stati rinnovati impiantando le migliori selezioni di sangiovese, cosicchè il Chianti Classico di Villa Cerna, e soprattutto la Riserva, che fino allora erano apparsi come i prodotti di punta di una produzione, quella firmata Cecchi, che supera i 7 milioni di bottiglie all’anno, sono stati percepiti dal mercato come espressione di un’azienda rinnovata dalle radici. Ma il vino più significativo di Villa Cerna é stato finora Spargolo, dal nome che si da in Toscana ai grappoli giusti, cioé con chicchi radi. Oggi l’azienda é guidata dai figli di Luigi Cecchi: Cesare, laurea in scienze politiche e un anno di Columbia University, che si occupa prevalentemente del versante commerciale, e Andrea, laureato in scienze agrarie, che sovrintende alla produzione.
Villa Sandi – Vigna La Rivetta
Villa Sandi – Vigna La RivettaBiography
Villa Sandi, edificio di scuola palladiana risalente al 1622, posto ai piedi delle colline trevigiane, in prossimità della storica area collinare del Valdobbiadene Prosecco DOCG, è un felice esempio del legame tra arte e agricoltura che ha caratterizzato il paesaggio veneto dei secoli passati.
La famiglia Moretti Polegato, da generazioni dedita alla cultura del vino, fa rivivere l’antico ruolo delle ville venete unendo innovazione e ricerca al rispetto e all’amore per la tradizione ed il territorio.
Al di sotto della villa, si estendono secolari e suggestive cantine sotterranee che, per la loro naturale caratteristica di mantenere costante temperatura e umidità, creano un ambiente ideale per la maturazione e l’invecchiamento dei vini. Qui, infatti, vengono poste a maturare le bottiglie dello spumante Metodo Classico Opere Trevigiane, mentre le barricaie ospitano le botti per la maturazione delle grandi riserve.
I vigneti caratterizzano da secoli il paesaggio delle colline trevigiane, in particolare nell’area fra Valdobbiadene e Conegliano, ed è qui che Villa Sandi si dedica con particolare cura e passione alla produzione del Valdobbiadene Prosecco DOCG, che una speciale sinergia fra uomo, vite e territorio ha reso uno dei vini più apprezzati nel mondo.
Sulla Collina del Cartizze, vero e proprio cru dell’area Valdobbiadene –
Conegliano DOCG, la passione e la tenacia hanno reso possibile la coltivazione anche nelle zone più impervie. In questa microzona, fatta di versanti ripidi e più dolci declivi, Villa Sandi possiede un vigneto, denominato “La Rivetta”.
Felicissime ed irripetibili condizioni consentono la produzione di un vino dalle caratteristiche uniche, che Villa Sandi propone nella versione brut, anziché nel più classico dry in cui tradizionalmente viene proposto il Cartizze.
Carattere e peculiarità che sono valse al Cartizze “Vigna La Rivetta” di Villa Sandi i Tre Bicchieri del Gambero Rosso.
Vistorta
VistortaBiography
Vistorta é una proprietà dei Conti Brandolini d’Adda sin dal 1780. Attualmente é condotta da Brandino Brandolini d’Adda. Laureato in agraria alla Texas A&M University, dopo la prima esperienza nel mondo del vino in un’altra azienda di famiglia, ha progettato la riqualificazione di Vistorta sul modello francese: concentrando tutta l’attenzione su un solo grande vino rosso. Con la collaborazione dell’enologo Georges Pauli alla fine degli anni ’80 é stato avviato l’impianto di nuovi vitigni che si integrano ai preesistenti nel produrre uve di qualità: non a caso la scelta é per il Merlot, vitigno originario del Bordeaux introdotto un secolo fa in Friuli, che perfettamente si adatta al «terroir» di Vistorta, in ragione della presenza di terreni argilloso-calcarei. L’introduzione di nuovi cloni francesi, la selezione di cloni autoctoni e la scelta di porta-innesti di diversa forza hanno creato vigneti con un ampio ed equilibrato aspetto varietale. Per confrontare annualmente il merlot, sono state impiantate altre varietà, come carmenere, syraz, cabernet franc, cabernet sauvignon, refosco. Attualmente sono 32 gli ettari a vigneto, per l’87% a Merlot. La suddivisione in piccoli appezzamenti (da 0,75 a 1,5 ettari) consente di ottenere partite di uve molto omogenee e sensibilmente diverse tra loro. Obiettivo é stato di contare su molti ceppi per ettaro, cioé 4-5mila piante, con una bassa resa di frutti per pianta. Le tecniche di coltura sono molto rigorose: dopo una potatura a sperone con non più di una gemma, al germogliamento si selezionano i tralci migliori per favorire lo sviluppo fogliare. Dopo la fioritura, i grappoli in eccedenza vengono sacrificati e alla fine dell’invaiatura vengono di nuovo individuati i grappoli migliori e sfoltite le foglie che li coprono. Queste operazioni consentono, a fine settembre, prima delle piogge autunnali, di vendemmiare uve sane, mature e omogenee. Il prodotto di punta dell’azienda é senza dubbio il Vistorta, Merlot in purezza di grande fascino, ottenuto da 18 piccoli appezzamenti con varietà clonali diverse, vinificate separatamente e solo alla fine assemblate. La scelta di non filtrare il vino e in special modo l’uso sapiente del legno conferiscono al Vistorta eleganza particolare e longevità. Nel bicchiere si presenta di colore rosso rubino, luminoso, invitante. Al naso ha bouquet ampio ed elegante, con note di frutti di bosco, tostato, caffé. Mentre al palato rivela stoffa, ed é caldo, morbido, persistente.
Zenato
ZenatoBiography
Sergio Zenato appartiene a quella razza di imprenditori determinati che perseguono i propri obiettivi senza se e senza ma, senza compromessi e tentennamenti. In questo caso l’obiettivo era quello della qualità con la “Q” maiuscola e Sergio Zenato é riuscito nel volgere di quattro decenni a raggiungere risultati di grande livello e costruire una delle più importanti realtà vitivinicole del Veronese. Nel 1960 Sergio é succeduto al padre Silvino nella conduzione dell’azienda agricola vitivinicola situata a San Benedetto di Lugana, frazione di Peschiera del Garda, comune in provincia di Verona, situato sulle rive del Benaco, una delle migliori zone di produzione del Lugana. L’area si caratterizza per un territorio speciale dove le morene glaciali si intersecano con le argille, per un microclima particolarmente mite, quasi mediterraneo, dovuto alla presenza della massa d’acqua del lago. Sergio, con la moglie Carla, ha svolto un grande lavoro per il miglioramento e valorizzazione del trebbiano di Lugana, il vitigno con il quale nasce il Lugana Doc. Grazie anche a questo impegno, oggi il Lugana é una delle DOC di maggiore successo nel Lombardo Veneto, come dimostra per l’appunto la riserva “Sergio Zenato”, un vino bianco intenso, corposo e di straordinaria complessità. In seguito, ad aiutare i genitori sono entrati in azienda i figli Albero e Nadia, il primo si occupa maggiormente della parte produttiva, mentre Nadia é l’ambasciatrice dei vini Zenato nel mondo e promuove l’immagine e qualità dei vini di famiglia nei diversi mercati del mondo. Con il passare degli anni, Zenato ha sviluppato un forte interesse per i vini rossi, in special modo per i rossi della Valpolicella Classica, la storica area vitivinicola veronese a pochi chilometri del Lugana. Cosicchè oggi l’azienda dispone di una settantina di ettari suddivisi tra i due comprensori. Dopo aver a lungo studiato il terroir, i clima e i vitigni della Valpolicella, si é riusciti a impiantare vigneti moderni che garantiscono una produzione in quantitativi limitati ma di grande qualità. Con le uve corvina, rondinella e molinara si produce un flessuoso Valpolicella Classico Superiore, di bella eleganza, ma soprattutto un sontuoso Amarone della Valpolicella, opulento e potente, che ha conquistato premi dalle guide e riviste specializzate. Particolarmente interessante il Ripassa, un vino che nasce “ripassando” il vino Valpolicella sulle vinacce appena svinate dell’Amarone.