Biography
Su scala internazionale non é una grande azienda, ma per gli standard italiani l’Umani Ronchi di Osimo, con 200 ettari di vigneto in proprietà, 30 in affitto e una produzione di 4 milioni di bottiglie all’anno, ha dimensioni da industria. E i vini delle industrie di solito non sono eccelsi. Ma l’azienda marchigiana é riuscita da tempo a ribaltare questa immagine. In che modo? Con la costanza della qualità e almeno tre vini di razza. Uno é il Plenio, un Verdicchio dei Castelli di Jesi pieno come dice il nome, e il secondo é il Cùmaro, un Rosso Conero Riserva morbido, armonioso, equilibrato, ma il terzo é il Pelago, un rosso insolito da uve di cabernet sauvignon, montepulciano e merlot, possente ed elegante come non ci si aspetterebbe in una regione nota quasi esclusivamente per il Verdicchio. L’anomalia della Umani Ronchi, in effetti, é di essere un’azienda che gode di tutti i vantaggi della dimensione industriale senza cedere alla tentazione di uno sviluppo meramente quantitativo, forse perchè é rimasta a carattere familiare: a dirigerne la produzione é stato finora Massimo Bernetti, che però ha già fatto salire sul ponte di comando il figlio Michele, responsabile della commercializzazione sui mercati esteri, mentre suo zio Stefano lo é per l’Italia. Ma come mai l’azienda non porta il loro nome? Semplice: fu fondata negli anni ’50 a Cupramontana da Gino Umani Ronchi. Però decollò soltanto quando nella società, pochi anni dopo, entrò l’ingegner Roberto Bianchi, che nel 1970 finì per rilevare l’intera proprietà e la affidò al genero, che era appunto Massimo Bernetti, dopo aver deciso di spostarne la sede a Osimo, dove sorge oggi la cantina principale. Il successo, sostengono i Bernetti, lo devono a tre scelte che hanno fatto: la diversificazione, in una regione dominata dalla produzione monoprodotto; l’esportazione, che assorbe quasi l’80% della produzione; la qualità, cioé rigorosa selezione delle uve, ridotte rese per ettaro, continui controlli di laboratorio, ma soprattutto un’incessante ricerca nelle vigne e in cantina. Per scegliere vitigni, cloni, sistemi d’allevamento delle viti, i Bernetti hanno vigneti sperimentali intorno a Villa Bianchi, la loro sede di rappresentanza a Moie di Maiolati, realizzati grazie a un accordo con il dipartimento di Biotecnologie agrarie e ambientali dell’Università di Ancona.