Biography
La Cantina Sociale di San Michele Appiano, ovvero Kellereigenossenshaft Sankt Michael Eppan, ha appena festeggiato in pompa magna il centenario della fondazione. Fondata all’epoca dell’Impero austroungarico, la cantina cooperativa del villaggio di San Michele, uno dei borghi che compongono il comune di Appiano sulla Strada del Vino, il più importante comune vitivinicolo dell’Alto Adige – Sudtirol. Nata per volontà di una ventina di viticoltori, é cresciuta continuamente fino a divenire una delle più importanti realtà cooperative della provincia di Bolzano, tanto che oggi ha 355 soci e circa 350 ettari di vigneti (di cui il 70% con uve bianche) coltivati da soci.
La cantina é un vecchio edificio in stile, con ampi spazi sotterranei, recentemente ampliato e abbellito con l’inserimento di un nuovo corpo modernissimo. Le sorti della Cantina San Michele sono radicalmente cambiate nel 1977 quando in azienda é entrato il kellermeister (l’enologo) Hans Terzer, che ha imposto una filosofia produttiva improntata al rigore e alla selezione dei diversi terroir, grazie alla quale le uve non vengono più pagate in base alla quantità, ma in base al potenziale qualitativo. Grazie a questa scelta difficile, per quei tempi, Terzer é riuscito a cambiare completamente politica e immagine della Cantina Sociale, dando l’esempio a tutte la altre cantine cooperative del Trentino Alto Adige e non solo. San Michele ha sfondato, ha conquistato l’attenzione dei critici e il favore del pubblico, con la creazione di una linea di prodotti denominata Sankt Valentin (é il nome di un castello circondato da vigneti situato ad Appiano Monte) che comprende alcuni vini bianchi monovarietali, profumatissimi e di grande spessore, quali il Sauvignon (l’unico vino italiano premiato per 13 anni consecutivi con i Tre Bicchieri del Gambero Rosso), il Gewürztraminer, il Pinot Grigio e il Pinot Bianco, ai quali in un secondo tempo si sono affiancati anche alcuni rossi come il Pinot Nero e il Lagrein. Pur tuttavia, una delle bandire di San Michele é Schulthaus, una sorta di pietra miliare dell’enologia altoatesina, un pinot bianco in purezza, le cui uve nascono nel maso omonimo, un cru storico che prevede un’edizione di circa 200mila bottiglie annue. Questo per dire che un grande vino non deve essere una rarità per pochi, ma un bene disponibile per tutti gli amanti del vino vero.